RESIDENZA e DOMICILIO

Che la burocrazia sia “un gigantesco meccanismo azionato da pigmei”, ce lo ha fatto notare Honoré de Balzac tempo addietro.

Che il cittadino venga stritolato dal pigmeo di turno è persino banale dirlo. Se però la fantasia burocratica si associa alle acrobazie della politica ne vengono fuori capolavori di surrealtà. Come nel caso emblematico raccontato in Residenza e domicilio. Capita che, per una strana coincidenza, con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative in un piccolo comune del Lazio, d’arbitrio l’amministrazione decida di togliere la residenza a un gruppo di suoi figli (per l’esattezza 130). C’è il cittadino che subisce e patisce, c’è quello che allibisce ma poi reagisce. Protesta, s’indigna, e non solo. Studia, si documenta, passa al contrattacco, armato di sapere acquisito via via sul campo. L’autore, Alfredo Donatucci, sarà perché è un maratoneta e ha sviluppato resistenza alla fatica, alle salite più impervie come alle prove più incredibili, ha tramutato il suo “incidente” burocratico in una battaglia civile. Residenza e domicilio è la testimonianza di questo conflitto durato 19 mesi e vinto. Un libro anomalo, perché composto da documenti burocratici, istanze, accertamenti, note comunali, note prefettizie, memorie, allegati, testi protocollati, che scandiscono tale battaglia. Ci vuole tempra per uscirne non solo indenni ma vincitori dalla lotta impari: la macchina burocratica punta sull’ignoranza normativa del comune cittadino e sulla soglia di resistenza alla “sopraffazione” sempre più bassa in un mondo in cui tutto è complesso, complicato, se non reso volutamente impossibile.

 

Il cittadino Alfredo Donatucci, alla fine dell’esperienza, diventa un esperto in materia di residenza e domicilio. E decide di mettere questa “sapienza” a disposizione di chi possa incappare nella sua stessa disavventura (non si sa mai!) o voglia anche solo saperne di più. Alla fine del testo c’è una raccolta di norme, comprese le sentenze emesse dai vari Tar, dal Consiglio di Stato e dalla suprema Corte di Cassazione.

 

Donatucci ha mantenuto ciò che gli volevano levare: la residenza nel suo amato paese natio. L’amministrazione intanto è cambiata. Ma la morale è una e una sola. Il pigmeo è tra noi, sempre pronto ad immolarsi sull’altare della stupidità. Mai abbassare la guardia!

 

Piera Lombardi [2008]